Maria Lassnig (1919-2014)
Couples (1972)
The tone is lyrical, the voices are real, the bodies are sketchy: A couple talks at the phone and in bed (a casanova and his victim). “You helped me, you made me strong, but you can´t blame me for anything. When somebody loves so blindly, they pay with their life.”


Per l’estrema cura con cui lo stesso è stato realizzato, Couples, della pittrice austriaca Maria Lassnig, ci appare un lavoro decisamente maturo, dove l’animazione, la pittura, la fotografia e il cinema in live action si incontrano per dare vita a un piccolo ma significativo lavoro, fondendosi l’un l’altro in perfetta armonia.

Inconfondibile il tratto della celebre pittrice austriaca Maria Lassnig. Così come sono inconfondibili le sue figure astratte, i suoi corpi mutanti e le sue tematiche considerate spesso “scomode”, ma tanto, tanto attuali. E se l’artista si è affermata nel corso degli anni soprattutto in ambito pittorico, è altrettanto degno di nota anche il suo contributo in ambito cinematografico, con la realizzazione di numerosi cortometraggi – molti dei quali di animazione – quali perfette trasposizioni sul grande schermo dei suoi stessi dipinti. E se pensiamo a un lavoro come il presente Couples (1972), realizzato già una volta che l’autrice si era trasferita negli Stati Uniti, ci rendiamo conto come lo stesso contenga al suo interno la vera essenza poetica e pittorica dell’intera opera della sua autrice.

Nel presente lavoro, dunque, la Lassnig prosegue la sua esperienza nel mondo dell’animazione iniziato già con Selfportrait (1971), adoperando i suoi stessi dipinti per raccontare l’evoluzione tipica di un rapporto di coppia. O, sarebbe meglio dire, di una relazione agli inizi, in cui il desiderio di una vita condivisa fa parte unicamente dell’universo della donna, mentre l’uomo, al contrario, sembra desiderare soltanto un approccio sessuale, a dispetto di quanto da lui stesso affermato dopo il primo incontro.

Ed ecco che, in apertura del presente Couples, uomo e donna ci appaiono unicamente quasi come delle macchie indistinte, ma che – con pochi, elementari movimenti realizzati in stop motion – rendono bene l’idea di un atto sessuale in corso. Poi, immediatamente, le figure si fanno più distinte, i tratti sempre più marcati e, finalmente, ci è dato da udire i primi, essenziali ed elementari dialoghi. Tutto, dall’inizio alla fine, si svolge secondo un copione che abbiamo più e più volte visto: un uomo e una donna si incontrano. L’uomo, successivamente, continua a chiamare la donna, affermando, in seguito alla remore di lei, di desiderare a tutti i costi una relazione. Poi, improvvisamente, dopo un primo rapporto sessuale la musica cambia: la donna chiede coccole e attenzioni che l’uomo non ha voglia di dare. Fino al momento in cui lo stesso – con le stesse immagini in bianco e nero che abbiamo visto nei primi minuti e che lo vedono avvicinarsi a una cabina telefonica – lascia la sua partner con una semplice telefonata, affermando che non si sente pronto a vivere un rapporto di coppia.

Un punto di vista, questo di Maria Lassnig, più che cinico, decisamente disincantato, in cui la figura della donna, anche se inizialmente sofferente ed emotiva, ci appare sempre la più forte. Ed ecco che, anche nel presente Couples, vengono posti al centro dell’attenzione proprio una serie di interrogativi riguardanti la propria identità, i propri desideri. E, a tal proposito, i corpi che, nel corso della messa in scena, cambiano forma e colori, alternandosi a immagini di vecchie fotografie e di scene girate in live action, sono specchio di un importante cambiamento interiore, di una crescita e di molti passi avanti verso una nuova consapevolezza. Nonostante i momenti in cui sembra non esserci soluzione alcuna. E a dispetto del primo piano di un uomo i cui occhi vengono coperti da una fascia nera, segno che le parole da lui pronunciate possono essere le stesse di molti altri esseri umani, per un copione che continua a ripetersi all’infinito.

Per questo e per l’estrema cura con cui lo stesso è stato realizzato, Couples ci appare un lavoro decisamente maturo, dove l’animazione, la pittura, la fotografia e il cinema in live action si incontrano per dare vita a un piccolo ma significativo lavoro, fondendosi l’un l’altro in perfetta armonia.

MARIA LASSNIG - Animation Films

Lassnig trained at the academy of Fine Arts, Vienna, and then spent several years in Paris in the 1950s and 60s, where she was exposed to Art Informel and Surrealism. From 1968 to 1980, she lived in New York, where she did pioneering work in film, producing a series of remarkably inventive animations all presented by INDEX for the first time on DVD. Drawing on some of the same themes and subjects as her paintings, the narratives are profound and astute observations of the complexities of male-female relationships and of the experience of being both a woman and an artist. Her most celebrated film - Kantate - was produced later, in 1992, when Lassnig was 73. It presents her life story in a 14-verse song performed by the artist in a variety of costumes and accompanied by animations that are filled with humour and wit.

The work resisted any art-historical categorization, with Lassnig remaining independent from any particular art movement, and yet it has consistently engaged with successive generations of artists. While she is mainly celebrated in Austria and Germany, the significance of Lassnig´s work has been increasingly recognised through greater exposure in exhibitions worldwide.

(Serpentine Gallery catalogue - excerpt)